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Ali Hassoun, italiano d'adozione, nasce in Libano a Sidone nel 1964, nel 1982 si stabilisce a Siena e studia all'Accademia di Belle Arti di Firenze, e nel 1992, sempre a Firenze si laurea in architettura. Nelle sue opere egli coniuga mirabilmente due culture, quella della sua terra natia il Libano, e quella assorbita in Italia. L'arte diventa così una terra di confine nella quale si incontrano le due culture, quella tradizionale e spirituale del misticismo islamico, e quella dinamica ed evolutiva dell'Occidente. Il tema più evidente fra quelli che emergono nella sua ricerca pittorica è relativo al viaggio, strumento per esplorare esperienze e visioni eterogenee. Invece del concetto di "scontro di civiltà", semplificazione pericolosa e tuttavia molto diffusa oggi in Occidente, Hassoun propone un'idea di umanità come qualità universale e comune fra tutti i popoli, fondata su una spiritualità originaria che precede le diversificazioni religiose e politiche. Così l'artista si fa interprete di culture diverse ma confrontabili, che convivono nello spazio perfettamente orchestrato delle sue tele coloratissime. I personaggi di un Islam o di un'Africa tanto vissuta quanto favolosa e immaginata, nelle sue composizioni sono tutti catturati in un gioco di citazioni colte e di rimandi indiretti tra figura e sfondo.